Scheda biografica

Domenico Zeni

titolo: pittore
periodo: l'età moderna (secoli XV-XVIII)

Figlio del pittore Bartolomeo, da cui venne istruito nell'arte del dipingere, frequentò l'Accademia di Verona e tra il 1779 e il 1780 si trasferì a Trento, come pittore ufficiale al servizio della corte dell'ultimo principe vescovo di Trento, Pietro Vigilio Thunn, dove per buona parte della sua vita seppe dare un certo decoro agli ultimi tempi del principato trentino.
Venne conosciuto anche con il nome di "Pittorello". Legato ancora alla tradizione barocca, nella prima fase della sua produzione sono da ricordare i quadri del presbiterio della chiesa di Sardagna, il ritratto del vescovo Emanuele Maria Thunn nel Museo diocesano tridentino e soprattutto la serie di vescovi di Trento affrescata in Castelvecchio nel 1780. La sua abilità ritrattistica si pose al servizio anche della locale committenza nobiliare, per cui si possono ricordare, tra gli altri, i ritratti di Carlo Antonio Pilati, della contessa Marianna Bossi Fedrigotti e del barone Giuseppe Girolamo de Taxis Bordogna Valnigra.
Altri affreschi a soggetto religioso si trovano nella parrocchiale di Lavis e in quella di Villamontagna.
Dipinse inoltre pale di altare e quadri in varie altre chiese della diocesi, come ad esempio a Civezzano, Cavedine, Cunevo, Villamontagna.
Tra i temi sacri si specializzò nella composizione della "Via Crucis", di cui ci rimangono raffinate testimonianze nella parrocchiale di Caldonazzo e nelle cinque tele conservate presso il Museo diocesano tridentino; quest'ultimo ciclo inizialmente era stato ideato per la chiesa di S. Maria Maggiore di Trento.
Negli ultimi anni della sua attività, l'artista passò rapidamente alla moda neoclassica, come si può rilevare dai dipinti murali della Villa Tambosi a Trento.
Il Weber ricorda poi anche i suoi interessi per soggetti della vita civile e politica del suo tempo.
Nel 1806 ad esempio ad Innsbruck dipinse il ritratto di Andreas Hofer, che si trova al Ferdinandeum, e un quadro con la Rivista della Guardia Nazionale, conservata presso il Municipio di Trento.
Dopo il lungo soggiorno a Trento, nel 1812 si trasferì a Brescia e poi in Valcamonica, dove dipinse parecchi affreschi e cinque medaglioni in calce.

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